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Εθνικά Θέματα-Ελλάδα - 9 Οκτωβρίου 2009
LA FINE DEL RISVEGLIO DELLE RADICI MONASTICHE GRECO-
ORTODOSSE IN MAGNA GRECIA E IN SICILIA
(Ανταπόκριση του Δρος Maurizio Botti προς το ιστολόγιο "ΕΘΝΙΚΑ ΘΕΜΑΤΑ-ΕΛΛΑΔΑ")
La liquidazione della presenza monastica ortodossa greca in Magna Graecia e in
Sicilia è stata oggi definitivamente completata dal rifiuto del Comune di
Mandanici di accogliere la proposta di riservare anche solo alcuni dei locali
del Monastero, (benedetto nel 2001 da Sua Santità il Patriarca Ecumenico
Bartolomeo I), ad un egumeno che lo stesso Patriarca Ecumenico si preparava ad
inviare in questo mese dalla Grecia (finalmente dopo un anno dalla esarchia!),
almeno a quanto ha detto al Comune di Mandanici il Metropolita Gennadios.
Avviata dal primo Metropolita di Italia (poi Arcivescovo di America) Spyridon Papageorgiou, l’opera di ristabilimento in
Magna Graecia e in Sicilia del Monachesimo Greco-Ortodosso è stata totalmente
liquidata dal suo successore, che ha deciso di allontanare dall’Italia i Padri
Aghioriti Kosmas e Gennadios e dal servizio pastorale in Calabria e in Sicilia il P. Nilos Vatopedinos.
Mentre il provvidenziale arrivo di monaci rumeni ha salvato all’Ortodossia il Monastero di San Giovanni
Theristis in Bivongi di Calabria, da dove il Metropolita Gennadios non ha avuto
scrupoli di cacciare i PP. Kosmas e Gennadios, (pur non avendoli mai aiutati o
sorretti né spiritualmente, né moralmente, né materialmente), senza neppure
porsi il problema di avere immediati sostituti, capaci di sostituire quei Padri
che si sono sacrificati per il Patriarcato Ecumenico e per la Grecità, senza
ottenere nessuna difesa dai distruttivi provvedimenti adottati dal Metropolita,
nei fatti sempre sostenuto da Costantinopoli.
Antico compagno di studi del Patriarca nella Scuola Teologica di Halki (purtroppo oggi chiusa), il
Metropolita Gennadios ha trascorso 35 anni (fino al 1996) a Napoli. I suoi
sforzi pastorali nel sud Italia sono stati coronati in un cosi lungo periodo dai
seguenti risultati: chiusura delle Parrocchie di Catania e di Barletta e
benedizione di un’unica cappella Ortodossa, quella della cripta della Basilica
di San Nicola a Bari (la cappella ortodossa che appartiene, però, ai domenicani
che consentono di celebrare a sacerdoti ortodossi di tutte le giurisdizioni anche non canoniche).
Romfea (che non ha trovato spazio per pubblicare nessuna notizia sulla crisi della Chiesa Ortodossa in
Magna Graecia o l’appello per salvare il Monastero di Mandanici) ha però di
recente trovato spazio per pubblicare l’elogio di questo Metropolita, fedelmente
presente tutto il mese di agosto nella nativa Rodi per trovare le forze
necessarie per reggere la Metropolia di Italia e Malta resa fiorente - a quanto
lo stesso metropolita Gennadios afferma nell’intervista - dall’opera che da
mezzo secolo lui svolge in Italia a servizio del Patriarcato Ecumenico e della nazione greca.
Non è nostro interesse valutare adesso i risultati della lunga presenza del metropolita Gennadios Zervos in
Italia: ma vogliamo prevenire le lamentele greche in merito alla fine del
Monachesimo greco-ortodosso in Sicilia e Magna Graecia.
Basta al riguardo notare l’atteggiamento negativo nei confronti dei monasteri pubblicamente e spudoratamente dichiarato
dallo stesso Metropolita Gennadios durante la sua ultima recente visita al
Comune di Mandanici dove ha pure detto di essere inviato personalmente dal
Patriarca Ecumenico. Il Metropolita Gennadios non ha avuto perplessità a
sostenere, ancora una volta, che lui il Monastero non lo voleva ma che il Padre
Nilos l’aveva voluto garantendo monaci e mantenimento. Il vice sindaco
cattolico, sorpreso da una simile dichiarazione da parte di un vescovo, gli ha
allora ribattuto: perché avete firmato la domanda di assegnazione di un Monastero che non volevate?
Come può il pio popolo greco lamentarsi del rifiuto del Comune di Mandanici di continuare ad affidare
il Monastero ad un vescovo Ortodosso che non ha vergogna a dichiarare di non volerlo?
Come può ancora il pio popolo greco continuare a lamentare l’assegnazione da parte del Comune di Bivongi a monaci
del Patriarcato di Romania del Monastero di San Giovanni Theristis? Chi ha
cacciato, e due volte, monaci aghioriti greci da Bivongi: il Comune calabrese o
il Metropolita Greco Ortodosso di Italia?
Dobbiamo o no ringraziare quell’amministrazione comunale cattolica che, per rispetto ai
fedeli ortodossi che frequentano il Monastero calabrese, non lo ha assegnato a
monaci uniati ucraini ma a monaci ortodossi rumeni che hanno creato una piccola
comunità, impossibile a formarsi sotto l’attuale Metropolita di Italia, che
sempre e solamente lamenta di non avere stipendio.
Ma cosa deve pensare il pio popolo greco: davvero lo Stato Greco, le ricche comunità greco-ortodosse di Napoli e di
Trieste non si preoccupano di assicurare il decoroso mantenimento del
Metropolita, ogni giorno a pranzo in ristoranti veneziani, malgrado le
difficoltà economiche. Ci troviamo innanzi ad un povero asceta o ad un caso
analogo a proin Attikis? Esiste una differenza tra conti privati del Metropolita
e quelli della Metropoli? Chi li controlla? Lo calunniano quanti sostengono che
di persona si reca frequentemente in banca a Milano?
Ma al di là di questi aspetti: a quali risultati sono giunti il Patriarca e il Santo Sinodo che pur hanno inviato una
Esarchia l’anno scorso per rendersi conto della situazione in Calabria e in Sicilia?
Sembra che tutti al Fanar siano consapevoli della grave situazione nella quale si trova in realtà tutta la
Metropolia di Italia e di Malta guidata dal Metropolita Gennadios assistito da
un arrogante e incapace protosynkellos e da un genikos Archieratikos epitropos
che, malgrado molte vicende giudiziarie e lo scandalo di ortodossi, cattolici e
protestanti milanesi, (che lo conoscono meglio di altri), il Metropolita
Gennadios ha fatto nominare dal Panaghiotatos protopresbitero del Trono Ecumenico.
Dopo l’indagine effettuata in Calabria e in Sicilia dall’Esarchia Patriarcale si era diffusa in Italia la notizia
dell’imminente nomina di un nuovo Metropolita o, almeno, di un vescovo ausiliare
proveniente dalla Grecia. Ma niente di tutto questo. Si vocifera che il
Patriarca ha troppo grande rispetto per questo suo antico compagno di studi, da
mezzo secolo in Italia e,per di più, ben due volte mancato metropolita di Rodi.
Al Fanar la situazione dell’Italia sembra nota a tutti ma non si adottano i necessari provvedimenti che avrebbero potuto
oggi evitare la perdita del Monastero di Mandanici, benché la situazione di
pericolo in Italia, e non solo in Magna Graecia, sia stata avvertita già
dall’Esarchia inviata dal Patriarca l’anno scorso.
Premuroso a salvare le reliquie della grecità di Tenedo, il Patriarca, che a settembre ha pure trascorso una breve
vacanza in Sardegna, non intende intervenire per frenare il progressivo
franamento della Metropolia di Italia e Malta, malgrado ostentati elenchi di
parrocchie e continue improvvisate chirotonie all’origine dell’ultimo
provvedimento relativo all’Italia adottato dal Santo Sinodo Costantinopolitano.
Si tratta della cateresis di due giovani preti rumeni ordinati dal Metropolita
Gennadios, rei di essere passati sotto il Vescovo in Italia del Patriarcato di
Romania senza avere richiesto a Venezia l’apolitirion canonico. La violazione
dell’ordine canonico è indubbia ma, per non essere legati alla lettera come
farisei, poniamo la seguente domanda al Panaghiotatos e agli aghioi sinodiki: vi
siete chiesti se il Metropolita Gennadios ha proceduto canonicamente alla loro
ordinazione? Quanto tempo prima di ordinarli ha conosciuti questri due chierici?
E’ vero che ha visto per la prima volta, almeno uno di loro, soltanto nel vima
al tempo della chirotonia? Ordinazioni così effettuate sono conformi ai Sacri
Canoni e alla prassi vigente nella Chiesa Ortodossa? Chi li ha presentati al
Metropolita Gennadios? E’ augurabile che non sia stato quell’archimandrita al
quale lo stesso Metropolita ha dato l’incarico di parlare dell’obbedienza al
vescovo durante la riunione del clero svoltasi a Seminara (l’unico Monastero
rimasto nel sud al Patriarcato Ecumenico, grazie al sacrifico di una sola monaca
serba, spesso privata anche della Liturgia domenicale, benché la piccola
cappella della vicina Reggio sia servita da 3 preti)... Non pensavamo che godesse
della fiducia del Metropolita Gennadios quell’archimandrita noto in internet per
discorsi di altro genere... come risulta abbastanza noto... senza alcun intervento
da parte del Patriarcato Ecumenico il cui nome risulta così scandalosamente
infangato in Italia... ma questo a Costantinopoli, forse, non lo sanno... occupati
come sono ad accogliere spediti la richiesta dello zelante Metropolita Gennadios
di procedere alla cateresis di giovani sacerdoti rei di avere trovato nella
diocesi romena di Italia il luminoso Pimenarca che la nostra Arcidiocesi di
Italia e Malta continua, purtroppo, a non avere.
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